Odosophia: primi passi
Oggi la sostenibilità è diventata la conditio sine qua non per garantire la sopravvivenza della specie umana sulla Terra. Un imperativo morale più che etico, considerato l'effettivo impegno dei governi nazionali e sovranazionali, ma pur sempre un imperativo. Una via obbligata, l'unica possibile, come amano ripetere i portavoce dell'Agenda 2030 dell'Onu e dei suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (1). Ne siamo davvero sicuri?
a cura di Alberto Caspani
Ancora una volta, la transizione verso un "nuovo" modello economico prende forma attraverso il linguaggio riduzionista di quel liberismo che, per secoli, ha distrutto, assorbito e omologato qualunque altro e altrimenti (2). Di fronte alle conseguenze sempre più allarmanti del cambiamento climatico, sin dagli anni '70 del secolo scorso alcuni dei maggiori economisti occidentali hanno infatti iniziato a delineare, nonché a proporre ai governi, un paradigma di sviluppo che non metta realmente in discussione il mito liberista della "crescita", ma la renda eticamente accettabile grazie all'uso eufemistico dell'aggettivo "sostenibile". Il suo significato figurato è d'altra parte rivelatore: "suscettibile di essere mantenuto o continuato". Ennesimo mutamento di pelle del capitalismo cosmopolita (3).
Quale sostenibilità?
Messa all'angolo della filosofia
Questione di metodo
Per spiegare questo inestricabile rapporto, occorre allora tornare - una volta ancora - al rivoluzionario gesto compiuto nel VI secolo a. C da Parmenide di Elea. Di ogni via (hodòs, nell'originaria etimologia greca) al sapere, la filosofia fa questione di metodo (metà-hodòs, attraverso-via). Una via "del" sapere. Per Sini, non c'è un sapere filosofico che non sia coessenzialmente, e forse addirittura in primo luogo, problema del metodo. "La filosofia è un sapere che perviene a se stesso solo in quanto si propone come un metodo". Affronta l'ignoto forte delle sue domande a effetto boomerang, della sua grammatica combinatoria e di una logica inflessibile, come idra dalle mille teste moltiplica i suoi punti di vista, ma non è disposta a lasciare la presa. A farsi inghiottire. Ad accettare l'ignoto con quell'amor fati nietzschiano che potrebbe sancirne l'oblio, o forse svilupparne proprio una diversa forma di panoramicità.
Chiusi in un circolo
Vivere di paesaggio
Camminare per mettere radici
Le trasformazioni silenziose
Dalla filosofia all'odosophia
Note
1) Nel commentare il progetto illustrato ne "L'Utopia sostenibile" di Enrico Giovannini, il critico Corrado Augias riprende le parole dell'autore sostenendo "Parrebbe un'utopia, ma è l'unica possibilità sostenibile" (https://asvis.it/home/46-2866/le-presentazioni-di-lutopia-sostenibile-e-il-commento-di-augias#.XDMlDc9KiRs). Analogamente Roberto Fico, Presidente della Camera, ha affermato nel suo discorso in Parlamento del 13 giugno 2018 sugli obiettivi dell'Agenda 2030: "Sono sfide straordinarie che il nostro Paese e l'Ue devono affrontare, perché questa è l'unica via per garantire un benessere durevole ed equo alle prossime generazioni. L'alternativa sarebbe una profonda crisi ambientale, economica, sociale del mondo intero").
2) "Pensare altrimenti", di Diego Fusaro, Einaudi, 2017
3) A titolo introduttivo, si veda l'articolo di Serge Latouche: https://comune-info.net/2017/02/il-mondo-non-e-una-merce-decrescita/
4) Cfr "Vivere di paesaggio, o l'impensato della ragione", di François Julienne, Mimesis Edizioni, 2017
5) Per una riflessione critica sul tema, si rimanda all'articolo di Valeria Ascheri: https://forum-phil.pusc.it/articoli/v01-a26
6) "Il metodo e la via", di Carlo Sini, Mimesis Edizioni, 2013
7) "L'ordine del discorso", di Michel Foucault, Einaudi, 2004
8) "Sulla natura", di Parmenide, Bompiani, 2001
9) "Scienza della logica", di Georg W. F. Hegel, Laterza, 2008, Sez. III, L'Idea, Cap. III, L'idea assoluta, p.935. Per la messa in moto del processo dialettico, vedi anche Sez. I, Qualità, Cap. I, C. Divenire, 1. Unità di essere e nulla. p.71 "Il puro essere e il puro nulla son dunque lo stesso. Il vero non è né l'essere né il nulla, ma che l'essere , - non passa - ma è passato, nel nulla, e il nulla nell'essere. In pari tempo, però il vero non è la loro indifferenza, la loro indistinzione, ma è anzi ch'essi non son lo stesso, ch'essi sono assolutamente diversi, ma insieme anche inseparati e inseparabili, e che immediatamente ciascuno di essi sparisce nel suo opposto. La verità dell'essere e del nulla è pertanto questo movimento consistente nell'immediato sparire dell'uno di essi nell'altro: il divenire; movimento in cui l'essere e il nulla son differenti, ma di una differenza, che si è in pari tempo immediatamente risoluta". E ancora, a p.74: "Essere e non essere sono lo stesso; dunque è lo stesso che io sia o non sia, che questa casa sia e non sia, che questi cento talleri siano, o non siano, nel mio patrimonio. Questa conclusione o applicazione di quella proposizione ne cambia completamente il senso. La proposizione contiene pure astrazioni dell'essere e del nulla; l'applicazione, invece, ne fa un determinato esser e un determinato nulla".
10) "Politica", di Aristotele, Laterza, 2007. Per una ricostruzione genealogica della definizione, cfr. anche https://www.filosofico.net/antr0opol0oologimethis.htm
11) "Il funzionamento delle vie dirette e indirette potrebbe fornire una base fisiologica alla teoria di James-Lange secondo cui un sentimento cosciente, mediato dalla corteccia, si verifica dopo una risposta del corpo, non prima. Il primo passo sarebbe costituito dalla valutazione rapida, automatica, inconscia del valore emotivo di uno stimolo da parte dell'amigdala, che lancia e orchestra le adeguate risposte fisiologiche. L'ipotalamo e il sistema nervoso autonomo eseguono quindi le risposte inviando istruzioni dettagliate al corpo. Le risposte avvengono all'interno non solo del cervello, ma anche del corpo". "L'età dell'inconscio", di Eric R. Kandel, pp. 353-354, Cortina Raffaello, 2016
12) Circa le complesse stratificazioni di significato dell'originario termine greco, è di aiuto lo studio di Silvia Gullino in "Philia", Unicopli, 2017. Cfr anche: https://www.filosofiablog.it/storia-filosofia/incipit-philia-e-inizio-2/
13) "La passeggiata di Kant", di Roger-Pol Droit, Ponte alle Grazie, 2017. «La marcia filosofica comincia sempre con una messa in discussione, una perplessità. Una domanda, un dubbio scuotono ciò che si riteneva certo. Eravate tranquilli, fermi nelle vostre convinzioni. Non lo siete più, nel momento in cui un dubbio comincia a far vacillare quelle evidenze. Questa pratica dello choc è quella dei filosofi, fin dall'Antichità»
14) p.57-58, da "Vivere di paesaggio, o l'impensato della ragione", Mimesis Edizioni, 2017
15) "La mente e il corpo", di Carlo Sini, Cuem, 1998. "Il mondo non è "fuori" dal corpo-organismo (che è a sua volta mondo), così come l'anima non è "dentro" l'organismo, ma è piuttosto la sua periferia senziente, la sua periferia "mobile" (kìnesis e aisthesis). L'anima è al confine del corpo (sulla punta delle dita, diceva già il Kant precritico), è il suo limite. Nel contempo, il mondo è rivelato come mondo al confine (al limite) del corpo" p. 65
16) p.115, da "Eco-ontologia", di Roberto Marchesini, Apeiron, 2018
17) p.96, da "Percezioni", di Beau Lotto, Bollati Boringhieri, 2017
18) "Le trasformazioni silenziose", di François Julienne, Raffaello Cortina Editore, 2010
19) p.94, da "Percezioni", di Beau Lotto, Bollati Boringhieri, 2017
20) p.16, da "Effetto biofilia", di Clemens G. Arvay, Macro, 2017
21) "Manifesto del Terzo paesaggio", di Gilles Clément, Quodlibet, 2005